Rettili

RETTILI

I rettili che si incontrano negli habitat delle scogliere coralline appartengono fondamentalmente ai gruppi delle tartarughe e dei serpenti marini.

In generale i rettili presentano un derma molto duro e resistente coperto da scaglie. Sono inoltre animali a sangue freddo o ectodermici, respirano attraverso i polmoni ed hanno la cute priva di peli o piume. Non potendo regolare la loro temperatura i rettili non possono vivere in ambienti con un clima estremamente freddo.

 

SERPENTI MARINI

I serpenti marini si sono evoluti da antenati terrestri ma si sono adattati alla vita nell’ambiente marino al punto che gran parte hanno perso la capacità anche di muoversi sulla terra. Per potersi spostare più facilmente in mare essi hanno sviluppato un corpo schiacciato lateralmente che li fa somigliare a delle murene, ed una coda a forma di remi. Come tutti i rettili necessitano di assumere aria attraverso i polmoni per cui regolarmente tornano in superficie per respirare.

Il centro mondiale della radiazione dei veri serpenti marini (famiglia Hydrophiidae) è la regione dell’Est Asiatico, non vi sono serpenti marini nella Regione Atlantico-Caraibica e in Mar Rosso. Escluso il serpente pelagico (Pelamis platurus) tutti gli altri serpenti marini sono confinati alle regioni tropicali e temperate calde che vanno dal Golfo Persico alle Isole Fiji.

Alla famiglia Elapidae appartiene il serpente di mare a bande Laticauda colubrina, particolarmente pericoloso per il suo veleno mortale. Si tratta comunque di un organismo piuttosto mite che, se disturbato, tende a ritrarsi. Il suo potente veleno viene utilizzato per difendersi da altri animali. Il morso di Laticauda colubrina può uccidere un individuo di corporatura media pertanto è sempre opportuno evitare di infastidire questo genere di animali marini

 

TARTARUGHE MARINE

 

Le tartarughe marine che si incontrano comunemente nei reef corallini sono molto simili alle forme ancestrali vissute più di 100 milioni di anni fa. Gli scienziati riconoscono sette specie viventi di tartarughe marine, la tartaruga comune (Caretta caretta), tartaruga verde (Chelonia mydas), tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata), tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea), tartaruga a dorso piatto (Natator depressa), tartaruga bastarda (Lepidochelys kempii). Tutte le specie appartengono alla famiglia Cheloniidae tranne la tartaruga liuto che appartiene alla famiglia Dermochelyidae. Tutte vivono prevalentemente in ambiente acquatico eccetto il periodo in cui le femmine si avvicinano a riva per deporre le loro uova sotto la sabbia. La maggior parte migrano lungo enormi distanze per raggiungere il sito favorito per la deposizione delle uova che in alcuni casi corrisponde a quello dove a sua volta schiuse l’uovo dal quale originarono loro stesse. All'interno di un buco, di circa 50 cm di profondità, scavato pazientemente nella sabbia, vengono deposte da 50 a 200 uova a seconda della specie. Al termine la buca viene ricoperta di sabbia e la tartaruga ritorna in mare lasciando le uova incustodite. Alla schiusa il sesso dei nascituri dipenderà dalla temperatura della sabbia, la sabbia più leggera mantiene temperature più alte che richiedono un tempo di incubazione minore e generano tartarughe femmine. Le uova schiudono contemporaneamente di notte quando il rischio di predazione diminuisce. Appena raggiunta la superficie le piccole tartarughe corrono istintivamente verso il mare. L’inquinamento luminoso proveniente dai sempre crescenti insediamenti urbani può alterare la capacita di orientamento delle piccole tartarughe attraendole in direzione opposta a quella del mare. La maggior parte delle tartarughe marine sono carnivore e si cibano dimeduse, coralli, spugne, crostacei e piccoli pesci. Per proteggersi dai predatori e bilanciare la loro scarsa capacità di movimento le tartarughe hanno evoluto un carapace altamente resistente. Esistono però predatori di tartarughe, come ad esempio lo squalo tigre, che possiedono denti talmente affilati e potenti da spezzare facilmente anche il rivestimento più coriaceo. Purtroppo la sopravvivenza della maggior parte delle tartarughe marine non è certamente minacciata dai loro predatori naturali. In molte aree esse vengono utilizzate come cibo e il loro carapace viene trasformato in oggetti di gioielleria. Molte tartarughe muoiono affogate perché finiscono impigliate nelle reti da pesca o perché hanno ingoiato sacchetti di plastica. Tutte le sette specie sono elencate nella lista ESA (Endangered Species Act).