Le Madrepore

Le Madrepore

 

Chiunque per la prima volta osservi una barriera corallina stenta ad immaginare che queste massicce costruzioni rocciose possano essere opera di minuscoli polipi, delle dimensioni di qualche millimetro, spesso neanche visibili agli occhi di una persona inesperta. Le madrepore appartengono al sottogruppo esacoralli perché i polipi presentano una struttura a sei tentacoli o multipli di sei. Fra tutti i Celenterati vengono definiti reef builders, ovvero costruttori del reef, per il loro determinante contributo alla formazione di queste straordinarie strutture.

 

Le loro forme possono essere le più svariate (massive, incrostanti, ramificate, appiattite ecc.) e spesso è difficile riconoscere le singole specie perché possono presentarsi sotto forme diverse in relazione all’ambiente in cui crescono, per esempio i coralli massivi e più resistenti sono tipici di acque con molta corrente.
Ma la cosa più importante da sottolineare è che il contributo fondamentale alla crescita delle madrepore è determinato da minuscole alghe unicellulari chiamate zooxantelle che vivono con i coralli un perfetto rapporto di simbiosi. Per la presenza di queste alghe la crescita delle madrepore è limitata ai primi metri di profondità essendo strettamente legata alla presenza della irradiazione solare senza la quale le alghe non potrebbero sopravvivere. Spesso è proprio la competizione fra i diversi coralli per la conquista di “un posto al sole” a determinarne le svariate forme. 

Il termine originale corallo deriva dalla parola greca Korallion in riferimento al coralium rubrum specie endemica del Mediterraneo, il termine è stato poi adottato ovunque per definire quegli Cnidari che producono uno scheletro composto da carbonato di calcio.
La crescita di questi organismi è molto lenta basti pensare che i più veloci, appartenenti al genere Acropora, possono crescere nell’arco di un anno circa 15 cm.
Come già accennato le forme che assumono i coralli dipendono da fattori ambientali che variano in funzione delle differenti zone della scogliera, per questo motivo una descrizione dei vari tipi di reef può qui essere utile per comprendere meglio questo fenomeno:
Se consideriamo la parte più vicina alla costa troviamo le scogliere marginali (fringing reef) esse presentano la struttura più semplice che origina grazie ad una rapida crescita verticale dei coralli sulla linea di costa che normalmente raggiunge il livello di bassa marea. Questo tipo di reef si caratterizza per la bassa profondità delle acque e prevede una cresta (a crescita più lenta) e un fronte che sprofonda nel mare. 

 

Possiamo poi distinguere le scogliere a vallo (barrier reef), sono queste delle strutture antiche che sorgono dal mare sopra una vecchia struttura preesistente. In genere sono separate dalla costa da una laguna.
Una struttura molto conosciuta è quella degli atolli, a forma di anello dove all’interno si trova una laguna. Parti della piattaforma della scogliera possono emergere come una o più isole. Spesso si trovano negli oceani lontano dalle coste, molto conosciuti sono quelli delle Maldive o della Polinesia.
Vediamo ora più in dettaglio la struttura di queste formazioni.
La laguna ad esempio si contraddistingue per la presenza di acque molto basse e con scarso ricambio con l’oceano, è questa la zona dove le condizioni di vita per i coralli sono le più difficili. Le lagune finiscono in direzione del mare con un’area chiamata Back reef, che è la parte di barriera rivolta verso riva dove, se la circolazione dell’acqua è buona, si può assistere ad una buona crescita dei coralli. Questa zona prosegue nella parte più superficiale del reef chiamata Reef flat, in questa zona la crescita dei coralli è spesso inibita a causa della bassa profondità. Qui si trovano più spesso alghe, spugne.
Proseguendo in direzione del mare abbiamo quindi il Reef crest, un’area ad alta energia dove solo alcune forme ramificate si sono adattate.
Le zone a maggiore biodiversità infine sono quelle del fronte del reef (reef front e reef slope), sono queste aree che subiscono grandi variazioni di luce e di temperatura con la profondità. Il fronte della scogliera, area a forte impatto ondoso, mostra sporgenze digitiformi rivolte verso il mare alternate a solchi di sabbia, una struttura che contribuisce a disperdere l’energia delle onde. Nella zona del fronte nella parte intermedia troviamo coralli massicci, a cupola e colonnari. Al di sotto di questa zona prevalgono invece le forme piatte.
Non tutto è comunque così semplice come potrebbe sembrare per cui può capitare di trovare a volte fianco a fianco forme ramificate di Acropora con forme massive di Montastrea
Normalmente la competizione fra coralli consiste proprio nella diverse forme di crescita risultanti, ma non sempre è così. E’ stato dimostrato che alcuni coralli possono resistere alla competizione con altri che li sovrastano nella crescita estendendo i loro filamenti digestivi e digerendo letteralmente i competitori. Montastrea ad es. possiede lunghi tentacoli ricurvi che possono iniettare le loro nematocisti nelle colonie dei competitori adiacenti.