Il rarifotico: una nuova zona oceanica di scogliera profonda, brulicante di nuove specie di pesci

La nuova zona comprende pesci della barriera corallina - tra cui numerose nuove specie - che vivono ben al di sotto delle barriere coralline in superficie.

Immergendosi al di sotto dell’ usuale ambito di profondità delle immersioni con autorespiratori, per mezzo del sommergibile Curasub, gli esploratori dello Smithsonian hanno scoperto un nuovo mondo in cui circa la metà dei pesci non aveva ancora un nome. Lo hanno chiamato: il rarifotico. 

La zona rarifotica si trova  tra i 130 e 309 metri sotto la superficie, appena al di sotto della zona di barriera precedentemente definita: il mesofotico, che si estende da circa 40 fino a profondità superiori ai 150 metri. Il ruolo di questo habitat, come rifugio per i pesci di barriera meno profondi, che cercano sollievo dalle acque di superficie riscaldate, o dal deterioramento delle barriere coralline, non è ancora chiaro.

La motivazione iniziale alla base dello studio degli ecosistemi profondi delle barriere coralline viene dal declino della salute delle zone più in superficie. Da tempo i ricercatori si chiedono se le aree più profonde della barriera corallina, note come "zone crepuscolari", siano in grado di agire come rifugi per gli organismi di acque poco profonde. Quando i ricercatori dello Smithsonian hanno cercato di rispondere a questa domanda, subito è diventato chiaro per loro che gli scienziati, quando si tratta di comprendere la biodiversità dei pesci della barriera corallina, finora hanno solamente scalfito la superficie.

Gli autori hanno definito il rarifotico basandosi su osservazioni di profondità di circa 4.500 pesci, che rappresentano 71 specie, durante circa 80 immersioni con sommergibile, fino a 309 metri. La maggior parte dei pesci nella zona rarifotica non solo assomigliano ai pesci poco profondi della barriera corallina, ma sono legati a questi piuttosto che ai veri pesci dell'oceano profondo, che appartengono a rami molto diversi dell'albero evolutivo. Questa ricerca ha mostrato che gli assemblaggi dei tipi di pesci di barriera che vivono in acque poco profonde hanno infatti il doppio della gamma di  profondità che si pensava in precedenza avessero.

"Circa un pesce su cinque che troviamo nei rarifotico dei Caraibi è una nuova specie", ha affermato un autore dello studio. 

Mentre i subacquei possono lavorare fino a circa 40 metri, il mini-sottomarino Curasub si immerge fino a 309 metri, dove può rimanere immerso fino a otto ore alla normale pressione atmosferica, consentendo ai passeggeri di scendere immediatamente a riva dopo un'immersione. Questa tecnologia ha notevolmente ampliato la capacità degli scienziati di esplorare barriere profonde.

Basandosi sulla loro ricerca sui pesci della barriera corallina, i ricercatori presentano una nuova classificazione delle zone faunistiche della barriera corallina:

  •  Altifotica (ad alta luminosità): il nuovo nome per i 0-40 metri, precedentemente anonimi, la zona ben illuminata dove i coralli di barriera sono abbondanti, che si estende in profondità dove normalmente vanno i subacquei convenzionali.
  • Mesofotica (luce media): 40 fino a 150 metri, la profondità massima alla quale possono sopravvivere i coralli tropicali costruttori di barriere e i loro simbionti algali.
  • Rarifotica (luce scarsa): Zona faunistica appena scoperta da 130-300 metri, al di sotto della zona corallina che forma la barriera corallina, e profonda quanto può andare profondo il Curasub.
  • Profonda afotica (effettivamente nessuna luce): sotto 300 metri

"Gli ecosistemi di scogliere appena sotto il mesofotico sono globalmente poco esplorati, e la convenzionale visione, basata sui pochi studi che li menzionavano, era che gli ecosistemi mesofotici transitassero direttamente in quelli del mare profondo", ha detto uno dei ricercatori. "Questo studio rivela una zona precedentemente non riconosciuta che comprende pesci della barriera corallina e del mare profondo che collegano ecosistemi mesofotici e profondi."

 

Materiali modificati dahttps://www.sciencedaily.com/

PhotoCredit: Carole Baldwin, Smithsonian

Journal Reference: C. C. Baldwin, L. Tornabene, D. R. Robertson. Below the MesophoticScientific Reports, 2018; 8 (1) DOI: 10.1038/s41598-018-23067-1

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