Guarigione o rigenerazione delle ferite: è l'ambiente a decidere?

 Larva di ctenoforo al microscopio (Foto:K. Bading)

 

Scoperta un’auto-rigenerazione flessibile negli ctenofori

 

Per gli umani, la perdita degli arti è quasi sempre una catastrofe irreversibile. Molti animali, tuttavia, non sono solo in grado di guarire le ferite, ma addirittura di sostituire parti intere del corpo.

I biologi sono stati in grado di dimostrare per la prima volta che gli ctenofori possono passare attraverso due processi di autoriparazione completamente diversi, a seconda delle condizioni ambientali. Lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

Potrebbe sembrare macabro ma, sicuramente, la maggior parte delle persone, a un certo punto della loro infanzia, hanno guardato affascinate, come un lombrico tagliato in due parti apparentemente vivesse senza essere impressionati dalla grave ferita. Per gli esseri umani, la perdita degli arti è un problema grave che può essere trattato, al massimo, con un intervento chirurgico complesso. Tuttavia, tra gli animali ci sono numerosi esempi di incredibili meccanismi di auto-guarigione, specialmente tra gli invertebrati. Il modo in cui questi meccanismi di rigenerazione funzionano sia dal punto di vista genetico sia biochimico è una delle domande più interessanti nella ricerca in biologia dello sviluppo, e anche in medicina.

Un team di biologi ha ora potuto dimostrare che lo ctenoforo Mnemiopsis leidyi, almeno in questo tipo di individuo, il meccanismo di rigenerazione può essere modificato a seconda delle condizioni ambientali. 

Lesioni gravi agli ctenofori e alle loro larve possono avere varie cause: stress meccanico, ad esempio, in mari agitati, oppure i predatori. A seconda della stagione e dell'area in cui vivono, questi organismi devono rigenerarsi in un ambiente con abbondanti o scarse sostanze nutritive. 

Le larve degli ctenofori che vivevano in un ambiente ricco di nutrienti erano in grado di ripristinare completamente i loro corpi. Larve che avevano a che fare con ambienti poveri di nutrienti erano anch'esse sopravvissute ed erano in grado di guarire le loro ferite, ma non erano in grado di rigenerare completamente i loro corpi. "Apparentemente, le larve degli ctenofori sono in grado di attivare due processi di rigenerazione fondamentalmente diversi, a seconda delle circostanze esterne", spiega un ricercatore, "se le circostanze non sono sufficienti per una cura completa, almeno possono sopravvivere con un processo più semplice". "La scoperta è interessante in termini di come i tratti auto-rigeneranti funzionano in natura, e se alla fine possiamo imparare qualcosa da essi per la medicina umana".

 

Materiali modificati da: https://www.geomar.de/en/news/article/wundheilung-oder-neue-koerperteile-die-umwelt-entscheidet/

Photo credit: K. Bading

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